Durante l’anno scolastico, molti bambini e ragazzi vivono con un’ansia crescente legata ai voti, ai giudizi e alla paura di deludere le aspettative. L’ansia da prestazione scolastica non è solo un momento di tensione prima di un’interrogazione: può diventare un vero e proprio blocco che influisce sul rendimento, sull’autostima e sul benessere emotivo.
Spesso nel mio studio incontro genitori preoccupati per i cambiamenti nei loro figli: insonnia, crisi di pianto prima di andare a scuola, rifiuto di studiare o, al contrario, eccessivo perfezionismo. In questo articolo cercheremo di capire come riconoscere i segnali, quali sono le cause emotive più comuni e come supportare i bambini (o gli adolescenti) in modo empatico e costruttivo.
Cos’è l’ansia da prestazione scolastica?
L’ansia da prestazione scolastica è una forma di ansia legata alla paura di fallire o di non essere all’altezza delle aspettative scolastiche, proprie o altrui. Si manifesta soprattutto nei momenti di verifica (interrogazioni, compiti in classe, esami), ma può estendersi anche alla quotidianità: fare i compiti, partecipare in classe, parlare davanti agli altri.
sintomi frequenti:
- mal di pancia, mal di testa o nausea prima della scuola
- difficoltà a dormire o risvegli notturni
- pianti, nervosismo o irritabilità
- autosvalutazione e frasi come “non valgo nulla”, “non ce la farò”
- evitamento (saltare scuola, rifiutarsi di fare compiti o studiare)
Le radici dell’ansia da prestazione nei bambini e nei ragazzi
Aspettative (esplicite o implicite)
Molti bambini interiorizzano presto l’idea che il loro valore dipenda da quanto “vanno bene” a scuola. A volte non servono parole: bastano uno sguardo deluso, un confronto con fratelli o compagni, un elogio dato solo in caso di successo.
Perfezionismo e paura del giudizio
Alcuni ragazzi sviluppano un forte perfezionismo, legato alla paura di deludere genitori, insegnanti o sé stessi. Ogni errore diventa un fallimento personale, ogni compito una sfida da superare “senza sbagliare”.
Autostima fragile
L’ansia da prestazione scolastica può essere un sintomo di una bassa autostima. In questi casi il bambino si sente costantemente inadeguato, ha paura di esporsi, teme il confronto con gli altri.
Come aiutare tuo figlio a gestire l’ansia scolastica
- Crea uno spazio di ascolto empatico: evita frasi come “non devi avere paura” o “è solo un’interrogazione”. Valida invece le emozioni di tuo figlio: “capisco che ti fa paura”, “è normale essere agitati prima di un compito”.
- Ridimensiona l’errore: aiuta tuo figlio a vedere l’errore come un’occasione di crescita, non come una catastrofe. Condividi con lui le tue esperienze, normalizza le difficoltà e il percorso.
- Promuovi il senso di efficacia: incoraggialo a fare piccoli passi, invece di puntare sempre alla perfezione. Una pianificazione serena dello studio, con pause e gratificazioni, aiuta a rinforzare la fiducia in sé.
- Attenzione ai segnali più profondi: se noti un calo drastico dell’umore, un ritiro sociale, o un rifiuto sistematico della scuola, può essere il segnale che l’ansia sta diventando invalidante.
Quando è utile chiedere supporto psicologico?
A volte l’ansia scolastica non si risolve da sola. Se vedi tuo figlio sofferente, o se il clima familiare sta diventando teso a causa dello studio, è il momento di chiedere aiuto.
Nel mio studio accompagno bambini e ragazzi in un percorso psicologico che parte dall’ascolto delle loro emozioni, senza giudizio, e li aiuta a ritrovare sicurezza, motivazione e piacere nell’apprendere.
Attraverso l’uso dell’analisi immaginativa e del disegno guidato, lavoriamo in modo delicato ma profondo per trasformare l’ansia in consapevolezza, e favorire un senso di sé più solido e positivo.
Un messaggio per i genitori
Ogni bambino ha il diritto di sbagliare e imparare con i suoi tempi. E ogni genitore ha il diritto di essere supportato nel sostenere chi ama.
Se senti che tuo figlio è in difficoltà e vuoi offrirgli un aiuto in più, contattami per un consulto personalizzato. Scrivimi qui.