ANSIA
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L’ansia è uno stato emotivo che si manifesta con preoccupazione e/o paura rispetto a eventi o attività di vario tipo (es. responsabilità e prestazioni lavorative, salute propria o dei propri cari, incontrare persone, parlare in pubblico, questioni economiche, disgrazie che possono capitare, etc).
L’ansia si può manifestare nel momento in cui si verificano specifici eventi o attività (es. durante l’attività lavorativa, malattie dei propri cari, parlando davanti ad altre persone, etc.), oppure anticipando con pensieri negativi la possibilità che si verifichino specifici eventi (es. “non sono abbastanza capace sul lavoro, prima o poi mi licenzieranno”, “quando mio figlio esce di casa penso sempre che possa succedergli un incidente con la macchina”, “tanto lo so che prima o poi mi verrà una malattia grave”).
La preoccupazione e/o la paura sono accompagnate da alcuni dei seguenti sintomi: irrequietezza, affaticamento, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno, disturbi fisici, evitamento di situazioni e/o attività.
ATTACCHI DI PANICO
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L’attacco di panico è la manifestazione più intensa e acuta dell’ansia.
E’ caratterizzato dalla comparsa improvvisa di paura o disagio intensi, ha la durata di pochi minuti od ore, durante il quale si verificano alcuni dei seguenti sintomi fisici e cognitivi: tachicardia, dolore o fastidio al petto, sensazione di oppressione toracica, fatica a respirare, sensazione di soffocamento, tremori, vertigini, sensazione di svenimento, nausea, disturbi addominali, torpore, formicolio, sudorazione, brividi, vampate di calore, paura di morire, paura d'impazzire, paura di perdere il controllo, sensazione d'irrealtà, sensazione di essere distaccati da se stessi.
L’attacco di panico può manifestarsi in seguito ad un evento scatenante oppure in maniera apparentemente inaspettata, senza che ci sia un chiaro fattore scatenante.
Quando l’attacco di panico si verifica almeno due volte, c’è la preoccupazione che altri attacchi di panico possano insorgere (es. paura di sentirsi male al lavoro o in altri luoghi) e/o si verifica un cambiamento nel comportamento abituale (es. richiedere la presenza di altri per andare in specifici luoghi, rifiuto nel rimanere da soli in casa, evitare luoghi, persone o situazioni specifici, evitare spostamenti o viaggi, non riuscire più a guidare o farlo con difficoltà, etc.), si crea un disturbo di panico.
FOBIE
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Le fobie sono paure esagerate e irrazionali nei confronti di oggetti o situazioni specifiche (es. animali, sangue, altezze, oggetti appuntiti, temporali, acqua, paura di situazioni che possono portare a soffocare o vomitare, etc ).
Tra le fobie troviamo anche l’agorafobia, che si manifesta con paura e ansia ad esporsi in almeno due o più delle seguenti situazioni: utilizzare mezzi di trasporto (es. aerei, treni, navi, autobus), trovarsi in spazi aperti (es. piazze), trovarsi in spazi chiusi (es. ascensori), stare in fila o tra la folla, essere fuori casa da soli.
Nelle situazioni agorafobiche c’è la paura che posso succedere qualcosa di brutto o di sentirsi male e di non poter ricevere adeguato soccorso.
Le fobie condizionano e limitano i comportamenti quotidiani.
ADATTAMENTO A CAMBIAMENTI DI VITA
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Nel corso della vita si possono verificare eventi stressanti (es. separazioni, lutti, cambiamenti lavorativi, trasferimenti abitativi, cambiamenti famigliari, etc.), che causano stati emotivi talvolta anche molto intensi (ansia, preoccupazione, paura, tristezza, rabbia, etc.) e cambiamenti comportamentali che spesso necessitano di un supporto per essere superati ed evitare che diventino una condizione persistente nel tempo.
TRAUMI
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Il trauma è una condizione di malessere emotivo, cognitivo, fisico e comportamentale che insorge in seguito ad eventi traumatici di varia natura (es. incidenti, violenze, abusi, catastrofi naturali, interazioni brusche e negative con persone significative dell' infanzia, etc.), che cambia il modo di percepire se stessi e il proprio mondo circostante.
Le reazioni a un evento traumatico possono essere di vario tipo, le principali sono: pensieri intrusivi (ricordi e immagini di quello che è successo), problemi di sonno, senso d'irrealtà (sensazione di essere dentro un film), problemi fisici (mal di stomaco, nausea, tachicardia, stanchezza), difficoltà di concentrazione, senso di colpa, paura, irritazione, rabbia, umore negativo, ansia, angoscia, intensa sofferenza psicologica nella interazione con persone, situazioni, luoghi che simboleggiano l’evento traumatico.
Gli eventi traumatici quando non vengono affrontati e superati comportano conseguenze che permangono: le persone continuano a soffrire per l’evento traumatico anche a distanza di tempo dall’evento stesso.
Spesso continuano a provano le stesse sensazioni di malessere e angoscia, sperimentate durante l’evento traumatico, talvolta avendo pochissimi ricordi di ciò che è successo e non riescono per questo motivo a condurre una vista soddisfacente dal punto di vista lavorativo, affettivo e relazionale.
Nei traumi quindi è come se il passato continuasse a essere presente, generando malessere.
DEPRESSIONE
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La depressione è un’alterazione del tono dell’umore caratterizzata da: tristezza, senso di solitudine, apatia, una percezione di sé negativa, senso di colpa ingiustificato, desideri autopunitivi (fuggire, nascondersi o morire), insonnia, diminuzione o aumento dell’appetito, perdita di libido, rallentamento o agitazione nello svolgimento delle attività quotidiane.
Nello stato depressivo la persona perde interesse per le attività quotidiane, frasi tipiche sono “non ho voglia di fare niente”, “fare quella cosa che prima mi piaceva, adesso non mi piace più”. Lo stato depressivo si manifesta anche con una diminuzione d'interesse per la cura della propria persona (es. la persona non cura più i propri capelli, l’abbigliamento, l’igiene personale etc.)
La depressione può assumere diverse forme e livelli d'intensità.
Tra i disturbi depressivi più frequenti troviamo il disturbo depressivo maggiore, il disturbo depressivo persistente (Distimia), il disturbo disforico premestruale e la depressione Post- Partum.
DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE
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È uno stato di depressione intensa che si manifesta con umore depresso e/o perdita d'interesse per le attività quotidiane, accompagnato da almeno 4 o più dei seguenti sintomi: alterazioni del peso corporeo, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotorio, faticabilità o mancanza di energia, sentimenti di autosvalutazione o colpa, ridotta capacità di pensare o di concentrarsi o indecisione, pensieri ricorrenti di morte, idee suicidarie.
Si presenta in genere sotto forma di periodici episodi depressivi.
DISTURBO DEPRESSIVO PERSISTENTE
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È uno stato di depressione meno intensa rispetto alla depressione maggiore.
Si presenta con umore depresso persistente per almeno due anni, accompagnato da due o più dei seguenti sintomi: diminuzione o aumento dell’appetito, insonnia o ipersonnia, scarsa energia o astenia, bassa autostima, difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni, sentimenti di disperazione.
DISTURBO DEPRESSIVO PREMESTRUALE
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È uno stato di depressione meno intensa rispetto alla depressione maggiore.
Si presenta con umore depresso persistente per almeno due anni, accompagnato da due o più dei seguenti sintomi: diminuzione o aumento dell’appetito, insonnia o ipersonnia, scarsa energia o astenia, bassa autostima, difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni, sentimenti di disperazione.
DISTURBO DEPRESSIVO POST - PARTUM
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Un leggero calo del tono dell’umore nei giorni successivi al parto, che scompare nel giro di pochi giorni viene considerato fisiologico.
La depressione post - partum è invece un disturbo che esordisce entro 4/5 settimane dal parto, in cui la neo mamma manifesta i sintomi classici della depressione quali: umore depresso, perdita di piacere o interesse nel fare le cose, insonnia o ipersonnia, aumento o diminuzione dell’appetito, ansia e preoccupazioni eccessive, senso d'inadeguatezza nel prendersi cura del bambino.
SOMATIZZAZIONI
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Le somatizzazioni sono disagi fisici senza una base medica che si originano da conflitti interni alla persona o da relazioni interpersonali.
La persona ha difficoltà a riconoscere gli stati emotivi relativi a tali conflitti e manifesta tale disagio spostandolo sul corpo.
Le somatizzazioni più frequenti sono: il Disturbo da ansia di malattia (ipocondria) e il Disturbo da sintomi somatici.
DISTURBO DA SINTOMI SOMATICI
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Nel disturbo da sintomi somatici ci sono preoccupazione e ansia eccessive e sproporzionate per uno o più sintomi fisici.
La persona ha pensieri persistenti circa la gravità dei sintomi fisici, dedica molto tempo ed energie a questi sintomi ed è costantemente preoccupata per il proprio stato di salute.
DISTURBO DA ANSIA DI MALATTIA (IPOCONDRIA)
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Nel Disturbo da Ansia di Malattia c’è molta preoccupazione e ansia di avere o di contrarre una grave malattia (es. cancro, HYV, etc).
La persona si allarma facilmente rispetto al proprio stato di salute anche di fronte a sintomi fisici lievi o assenti e va continuamente a farsi visite mediche oppure al contrario evita qualsiasi tipo di procedura medica.
DISTURBI DEL SONNO
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I disturbi del sonno sono alterazioni che riguardano la qualità, la collocazione temporale e la durata del sonno. Possono essere primari (non riconducibili a cause note) o più frequentemente secondari a psicopatologie (stress, ansia, depressione) o patologie mediche. Il più frequente è l’insonnia.
INSONNIA
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L’insonnia può causare difficoltà nell’addormentamento (insonnia iniziale), frequenti risvegli durante la notte (insonnia centrale) e risvegli precoci al mattino, con difficoltà a riaddormentarsi (insonnia tardiva).
Queste condizioni possono presentarsi singolarmente o essere presenti insieme.
PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE
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Nel percorso di vita, l’individuo stimolato anche da eventi e situazioni di vario tipo, può sentire ad un certo punto il bisogno di dare un significato diverso alla propria vita, di mettere in luce aspetti di sé che fino a quel momento ha lasciato da una parte, di migliorare aspetti di sé e della propria vita.
Tutte queste sensazioni e bisogni possono essere ricercate, espresse e soddisfatte in un percorso di crescita personale.
DISTURBO OSSESSIVO - COMPULSIVO (DOC)
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Nel disturbo ossessivo - compulsivo sono presenti ossessioni e/o compulsioni che generano un intenso malessere. Le ossessioni sono pensieri, idee, impulsi o immagini ricorrenti, che possono avere diverse tematiche (es. paura dello sporco, dei germi o della contaminazione, paura di far del male agli altri, paura di comportarsi in modo strano o inappropriato, paura di perdere il controllo, fastidio perché le cose non sono messe in un determinato modo, paura di aver lasciato il gas aperto, etc).
Sono percepite come intrusive e indesiderate e creano ansia e paura. Le ossessioni sono comportamenti ripetitivi o atti mentali che vengono messi in atto per cercare di diminuire la paura, l’ansia e il disagio causati dalle ossessioni.
Anche le compulsioni possono riguardare tematiche diverse (es. lavarsi spesso le mani, riordinare continuamente la casa, controllare ripetutamente il gas o altro, ripetere mentalmente parole o numeri, compiere un’azione ritualizzata, allineare gli oggetti, etc).
L’esordio del DOC è solitamente in età evolutiva.
DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE
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I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati dalla difficoltà a gestire e controllare il rapporto con il cibo e l’alimentazione.
I principali sono tre: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da Binge Eating.
ANORESSIA NERVOSA
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L’anoressia nervosa causa una sofferenza sia psicologica che fisica. Si manifesta con un peso corporeo molto basso (ottenuto prevalentemente introducendo pochissimo cibo, ma anche talvolta con attività fisica intensa, uso di lassativi, enteroclismi e vomito autoindotto).
La persona con anoressia nervosa ha una paura ossessiva d'ingrassare e si vede sempre grassa, ritiene inoltre che la magrezza sia essenziale per essere felici.
Può inoltre manifestare: irritabilità, chiusura sociale, senso d'inadeguatezza, rigidità mentale, sintomi ossessivi - compulsivi in rapporto al cibo, ridotta spontaneità nei rapporti interpersonali, amenorrea, squilibri elettrolitici, anemia, disturbi gastrointestinali e altri sintomi fisici.
BULIMIA NERVOSA
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La bulimia si manifesta con ricorrenti episodi di abbuffate associate a modalità inappropriate per impedire l’aumento del peso.
Nelle abbuffate il cibo viene mangiato spesso di nascosto, in modo rapido e vorace, la persona ha la sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto sta mangiando.
Dopo le abbuffate la persona prova un senso di colpa, angoscia, tristezza, inadeguatezza e per cercare di far fronte alla sofferenza psicologica che sente e impedire l’aumento di peso si provoca il vomito, può usare lassativi, ricorrere al digiuno o all’attività fisica eccessiva.
Nella Bulimia oltre ai sintomi psichici, sono presenti anche sintomi fisici, i principali sono: esofagiti, gastriti, gonfiori ai lati del collo, danni alle arcate dentarie.
DISTURBO DA BINGE EATING
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(Disturbo da alimentazione incontrollata)
Questo disturbo si presenta con ricorrenti episodi di abbuffate che hanno caratteristiche molto simili a quelle riscontrate nella bulimia, senza però che esse siano associate a modalità inappropriate per impedire l’aumento del peso.
Molto spesso i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione presenti nell’adulto sono insorti nel periodo adolescenziale in quella stessa forma o in forme diverse che poi si trasformano nel corso degli anni.
Talvolta l’Anoressia nervosa che si manifesta in adolescenza può mutare in Bulimia Nervosa nell’età adulta o viceversa, oppure la Bulimia Nervosa in Disturbo da Bing Eating o viceversa.
USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI
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Per uso di sostanze stupefacenti si intende l’assunzione continuativa o saltuaria di prodotti che determinano cambiamenti psichici, comportamentali e dei parametri neurofisiologici, con compromissione del funzionamento sociale (lavoro, famiglia, relazioni).
L’assunzione ripetuta delle sostanze stupefacenti provoca nel tempo: dipendenza, craving, astinenza, tolleranza.
L’assunzione delle sostanze stupefacenti avviene solitamente all’interno di un determinato contesto ed ha un significato ed un ruolo specifico nella vita dell’individuo.
DIPENDENZA
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La dipendenza da sostanze si manifesta con la presenza di sintomi psichici, comportamentali e di modificazioni dei parametri fisiologici, indicativi dell’uso continuativo di una sostanza.
CRAVING
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Per craving si intende il forte desiderio o la spinta all’uso della sostanza che viene mascherata dall’illusione di poter tenere sotto controllo il consumo della sostanza.
ASTINENZA
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Per astinenza si intendono gli effetti psicologici e fisici che si verificano quando la persona smette di assumere la sostanza o ne riduce la quantità.
TOLLERANZA
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La tolleranza è la necessità di assumere la sostanza in dosi sempre più alte, per ottenere l’effetto desiderato, oppure marcata riduzione degli effetti della quantità abituale con l’uso continuativo.
La tolleranza inversa è invece il progressivo aumento egli effetti di una sostanza dopo le prime somministrazioni (si osserva con la cocaina e altre sostanze).
ASPETTI CARATTERIALI
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La personalità è un’organizzazione complessa, costituita dal modo di essere, di pensare, sentire emotivamente ed agire di un individuo, in relazione a se stesso e agli altri.
È costituita da due aspetti: il temperamento (aspetto innato, biologico, ereditario) e il carattere (aspetto che si forma in relazione alle esperienze di vita e nell’interazione con l’ambiente familiare e sociale).
Talvolta accade che alcuni aspetti caratteriali si formino in modo problematico e creino malessere personale, difficoltà nelle relazioni con gli altri e nel gestire in modo appropriato e adattivo gli eventi della vita.
CRISI DI COPPIA
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La crisi di coppia si manifesta spesso in seguito a situazioni di vario tipo: tradimenti, gelosie, difficoltà economiche, divergenze nell’educazione dei figli, liti per la gestione di compiti quotidiani, interferenza eccessiva delle famiglie di origine e altro.
I problemi che scatenano la crisi nascondono spesso difficoltà più profonde: bisogni non compresi dal partner, insoddisfazione e incomprensioni che sono i reali motivi della crisi.
Quando si verifica una crisi la coppia può andare verso una risoluzione della crisi che porta ad un miglioramento della relazione e al superamento di difficoltà o al contrario verso la fine del rapporto di coppia con conseguente separazione e/o divorzio.
SEPARAZIONE E/O DIVORZIO
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Quando una coppia decide di separarsi e /o di divorziare, sia che avvenga di comune accordo, sia per la decisione di uno dei partner, i due membri si trovano ad affrontare difficoltà interne (dubbi, paure, mancanza delle proprie abitudini, sofferenza per la perdita dell'altro, etc.) e difficoltà esterne relative al dover riorganizzare i diversi ambiti della propria vita (famiglia, figli, lavoro, rapporti sociali, etc.).
Tutte queste difficoltà possono causare una notevole quantità di stress e di malessere generale.
ADATTAMENTO A UNA NUOVA FASE DI COPPIA
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Quando una coppia decide di convivere e/o sposarsi, comincia a costruire un progetto di vita comune che attraversa diverse fasi: convivenza/matrimonio, nascita di eventuali figli, allevamento dei figli, svincolo dei figli, convivenza/matrimonio dei figli, vecchiaia.
In ognuna di esse i due partner si trovano a dover cambiare i propri ruoli e conseguentemente il proprio modo di pensare e di agire nei confronti degli altri membri della famiglia.
Affrontare queste fasi ma anche altri tipi di cambiamenti che possono riguardare la coppia (es. perdita prematura del partner, malattie, incidenti, trasferimenti di residenza, cambiamenti professionali e altro), può destabilizzare e creare malessere.
ANSIA
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In adolescenza l’ansia si manifesta in varie forme, le più frequenti sono:ansia generalizzata, disturbo di panico, fobie, ansia post-traumatica e ansia da separazione.
L’ansia generalizzata determina nell’adolescente un continuo stato di apprensione, preoccupazione e paura per numerosi eventi e situazioni (prove scolastiche, competizioni sportive, situazioni varie percepite come pericolose).
Prima di tali eventi l’adolescente può manifestare crisi di ansia anticipatoria con sintomi quali: nausea, mal di testa, mancanza d’aria, sensazione di svenimento oppure i sintomi dell’ansia possono manifestarsi nel momento in cui un ragazzo si trova in specifiche situazioni.
Gli episodi di ansia acuta possono sfociare in un attacco di panico con sintomi molto simili a quelli dell’adulto.
Le fobie in adolescenza si manifestano con paure intese rispetto ad oggetti, situazioni o eventi percepiti come spaventosi.
Una fobia tipica in adolescenza è la fobia sociale, la paura di esporsi di fronte agli altri (es. parlare in classe, davanti a persone estranee, ecc.), per il timore del giudizio negativo di altri.
I ragazzi possono manifestare anche fobie specifiche:animali, sangue, salire in ascensore, etc.
Dopo l’esposizione ad un forte stress (evento traumatico), in cui l’adolescente sperimenta un pericolo per la propria vita o per quella dei familiari, può sviluppare ansia post/traumatica, che si manifesta con: pensieri intrusivi relativi all’evento traumatico, senso di irrealtà, problemi fisici, paura, rabbia, umore negativo, ansia e angoscia.
L’ansia da separazione, anche se è più tipica del bambino può essere presente anche nell’adolescente e manifestarsi con sintomi simili a quelli del bambino anche se più nascosti a causa dell’imbarazzo che un ragazzo talvolta può provare a mostrare tali sintomi.
Tutte le forme di ansia che si manifestano in adolescenza possono ostacolare o impedire le normali esperienze adolescenziali necessarie allo sviluppo di un’identità adulta matura, incidere sull’autostima e sul senso di autoefficacia dei ragazzi.
DEPRESSIONE
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La depressione in adolescenza è frequente e strettamente legata ai cambiamenti psico affettivi caratteristici di questa età.
I sintomi manifestati da un ragazzo depresso sono principalmente: tristezza o disperazione, irritabilità, rabbia, ostilità, frequenti pianti, perdita di interesse per le proprie attività, mancanza di entusiasmo e motivazione, affaticamento, difficoltà nel sonno, agitazione motoria oppure al contrario rallentamento nei movimenti, difficoltà di concentrazione e senso di colpa.
Spesso i segnali iniziali di uno stato depressivo nell’adolescente sono: la tendenza all’isolamento, le relazioni uniche, la scarsa sicurezza di sé, poche manifestazioni di gioia e serenità, confusione, comportamenti trasgressivi, sentirsi incompreso da tutti.
Vari studi confermano che la depressione in età evolutiva (infanzia e adolescenza), fa aumentare il rischio di comparsa di depressione in età adulta, per questo motivo non va sottovalutata.
DISTURBO OSSESSIVO – COMPULSIVO IN ADOLESCENZA (DOC) E DISTURBI CORRELATI
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Le manifestazioni del DOC in adolescenza sono molto simili a quelle dell’adulto. I sintomi principali sono ossessioni e/o compulsioni.
Le ossessioni sono fissazioni mentali spiacevoli (pensieri, immagini, impulsi) che possono riguardare la paura di essere contaminati, il bisogno di controllare ripetutamente, di mettere le proprie cose secondo un rigido ordine simmetrico, il timore di far male a se stesso o ai propri cari, il dubbio di essere omosessuale, etc.
Le fissazioni mentali creano nel ragazzo molta ansia, paura ma anche senso di colpa e vergogna.
Le compulsioni rappresentano l’altro aspetto del disturbo, le più frequenti in adolescenza sono i rituali di decontaminazioni (es. lavarsi continuamente le mani, cambiarsi i vestiti dopo essere stati in luoghi specifici, etc), rituali superstiziosi per prevenire una eventuale catastrofe, rituali mentali per rassicurarsi rispetto al poter far del male o al poter essere omosessuali.
Le compulsioni anche se inizialmente alleviano l’ansia, nel medio e lungo termine alimentano le ossessioni.
Altri disturbi con caratteristiche di ossessività e compulsività che possono essere manifestarsi nell’adolescente sono: il dimorfismo corporeo, la tricotilomania e il disturbo da escoriazione.
L’adolescente con dimorfismo corporeo è preoccupato di avere uno o più difetti fisici che altri non percepiscono o appaiono agli altri in modo lieve.
Per far fronte alle preoccupazioni l’adolescente mette in atto delle compulsioni (es. si guarda continuamente allo specchio, confronta la propria immagine corporea con quella degli altri, si compra tanti vestiti per camuffare i difetti percepiti, etc.).
Nella tricotillomania (disturbo da strappamento di peli), l’adolescente si strappa in modo ricorrente capelli o peli in modo compulsivo, ciò causa diradamento di capelli o peli o intere zone di alopecia.
Di solito il gesto non è accompagnato da dolore.
In alcuni casi l’adolescente si accorge solo successivamente di essersi strappato capelli o peli.
I capelli o i peli strappati vengono generalmente nascosti o ingeriti per nascondere il comportamento a se stesso e agli altri.
Il gesto può essere preceduto o accompagnato da vari stati emotivi.
L’adolescente compie vari tentativi per cercare di interrompere il gesto di strapparsi peli o capelli senza però riuscirci.
Il disturbo da escoriazione (stuzzicamento della pelle), si presenta con caratteristiche simili alla tricotillomania la differenza è che l’adolescente anziché strapparsi capelli o peli si stuzzica ripetutamente la pelle, causandosi lesioni cutanee.
TIC
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Un tic è un movimento o una vocalizzazione con le seguenti caratteristiche: improvviso, rapido, ricorrente e involontario.
Nell’adolescenza i tic possono essere momentanei, durare per un periodo di massimo 12 mesi (disturbo transitorio da tic) oppure presentarsi all’interno di disturbi più specifici come il disturbo di Tourette e il disturbo cronico da tic.
Nel disturbo di Tourette sono presenti tic motori e/o vocali, accompagnati talvolta da gesti volgari, frasi oscene e ripetizione di frasi pronunciate dall’interlocutore. Inizialmente i tic coinvolgono solo la muscolatura facciale, poi possono coinvolgere tutto il corpo.
Nel disturbo cronico da tic sono presenti tic motori o vocali ma non entrambi, ciò lo distingue dal disturbo di Tourette.
I tic creano sofferenza emotiva ai ragazzi (vergogna, senso di umiliazione, disagio) e limitano le loro relazioni, sia con il gruppo dei pari sia con l’altro sesso.
BALBUZIE
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La balbuzie è un disturbo del linguaggio che determina nell’adolescente anomalie del normale fluire e della cadenza dell’eloquio.
L’adolescente può avere un blocco momentaneo nell’emettere un suono (balbuzie tonica)o ripetere involontariamente una sillaba della parola, spesso la prima (balbuzie clonica). Esse spesso coesistono insieme.
Lo stress, l’ansia e la difficoltà nel regolare tutte le emozioni, aggravano la balbuzie e alimentano il suo persistere.
In adolescenza la balbuzie può compromettere la relazione con il gruppo dei pari e creare difficoltà in vari ambiti.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO E DELLA CONDOTTA
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I disturbi della condotta hanno come caratteristica comune la tendenza dell’ adolescente ad esternare con gli altri comportamenti disadattavi caratterizzati da: aggressività, impulsività e mancato rispetto delle regole.
I più significativi sono: il disturbo della condotta, il disturbo oppositivo provocatorio e il disturbo esplosivo intermittente.
Il disturbo della condotta si manifesta con comportamenti ripetitivi che violano i diritti degli altri (es. aggressioni verso persone o animali, prepotenze, distruzione di beni materiali, furto) e le norme o le regole della società (es. stare fuori casa fino a tarda notte, fuga, marinare la scuola).
Ci sono due sottotipi del disturbo della condotta: tipo 1 che esordisce nella fanciullezza e tipo 2 che esordisce nell’adolescenza.
La caratteristica del disturbo oppositivo provocatorio è il comportamento ostile, negativo, provocatorio, negativo dell’adolescente nei confronti di figure con autorità.
Altre manifestazioni sono: cambiamenti dell’umore, scarsa tolleranza alle frustrazioni, uso precoce di alcol e sostanze illecite.
I ragazzi con disturbo oppositivo provocatorio hanno spesso conflitti con gli altri (genitori, insegnanti, compagni).
Il disturbo esplosivo intermittente si manifesta con incapacità di controllare gli impulsivi aggressivi, scatenati da rabbia e provocazioni di lieve entità.
L’adolescente aggredisce verbalmente o fisicamente persone, animali, cose, la maggior parte delle volte senza creare danni a cose o lesioni ad altri.
SOMATIZZAZIONI
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L’adolescenza è un periodo di particolare vulnerabilità per lo sviluppo di sintomi psicosomatici.
Questa maggiore vulnerabilità è dovuta agli importanti cambiamenti fisici, psichici e sociali che avvengono nei ragazzi in questa fase, che attivano situazioni conflittuali che possono manifestarsi nel corpo con: mal di testa, nausea, stanchezza e altri sintomi fisici che non hanno un riscontro medico.
In adolescenza le somatizzazioni possono manifestarsi anche i seguito a stress in ambito scolastico (es. difficoltà di relazione con i compagni, conflitti con gli insegnanti, pressione per il buon rendimento scolastico, passaggio a nuovi programmi di studio, ecc) e a situazioni familiari difficili (es. malattia organica di un genitore, conflitti famigliari, divorzio dei genitori, ecc.).
ABUSO DI ALCOL E USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI
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L’adolescenza è la fase della vita in cui avviene generalmente il primo contatto con l’alcol e le sostanze stupefacenti.
La giovane età, la larga diffusione che queste sostanze hanno nella popolazione, la facilità nel reperirle può portare i ragazzi ad abusare di alcol e ad usare sostanze stupefacenti senza coglierne l’aspetto patologico, i rischi per la loro salute psico-fisica.
Fondamentale e quindi che l’adolescente venga aiutato a percepire realisticamente i problemi che ne possono derivare, in modo da limitare l’assunzione di alcol ed evitare l’uso di sostanze stupefacenti.
DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE
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L’adolescenza è la fase di vita nella quale più frequentemente possono insorgere i tre principali disturbi della nutrizione e alimentazione: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbo da Binge Eating, che si manifestano con le stesse caratteristiche e sintomatologie della persona adulta.
ANORESSIA NERVOSA
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L’anoressia nervosa causa una sofferenza sia psicologica che fisica. Si manifesta con un peso corporeo molto basso (ottenuto prevalentemente introducendo pochissimo cibo, ma anche talvolta con attività fisica intensa, uso di lassativi, enteroclismi e vomito autoindotto).
La persona con anoressia nervosa ha una paura ossessiva d'ingrassare e si vede sempre grassa, ritiene inoltre che la magrezza sia essenziale per essere felici.
Può inoltre manifestare: irritabilità, chiusura sociale, senso d'inadeguatezza, rigidità mentale, sintomi ossessivi - compulsivi in rapporto al cibo, ridotta spontaneità nei rapporti interpersonali, amenorrea, squilibri elettrolitici, anemia, disturbi gastrointestinali e altri sintomi fisici.
BULIMIA NERVOSA
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La bulimia si manifesta con ricorrenti episodi di abbuffate associate a modalità inappropriate per impedire l’aumento del peso.
Nelle abbuffate il cibo viene mangiato spesso di nascosto, in modo rapido e vorace, la persona ha la sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto sta mangiando.
Dopo le abbuffate la persona prova un senso di colpa, angoscia, tristezza, inadeguatezza e per cercare di far fronte alla sofferenza psicologica che sente e impedire l’aumento di peso si provoca il vomito, può usare lassativi, ricorrere al digiuno o all’attività fisica eccessiva.
Nella Bulimia oltre ai sintomi psichici, sono presenti anche sintomi fisici, i principali sono: esofagiti, gastriti, gonfiori ai lati del collo, danni alle arcate dentarie.
DISTURBO DA BINGE EATING
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(Disturbo da alimentazione incontrollata)
Questo disturbo si presenta con ricorrenti episodi di abbuffate che hanno caratteristiche molto simili a quelle riscontrate nella bulimia, senza però che esse siano associate a modalità inappropriate per impedire l’aumento del peso.
Molto spesso i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione presenti nell’adulto sono insorti nel periodo adolescenziale in quella stessa forma o in forme diverse che poi si trasformano nel corso degli anni.
Talvolta l’Anoressia nervosa che si manifesta in adolescenza può mutare in Bulimia Nervosa nell’età adulta o viceversa, oppure la Bulimia Nervosa in Disturbo da Bing Eating o viceversa.
ANSIA NEL BAMBINO
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Il bambino con ansia generalizzata vive continuamente in uno stato di apprensione, come se qualcosa di terribile stesse per accadere, l’ambiente nel suo complesso viene percepito come pericoloso. Il bambino ha paura di numerose cose apparentemente insignificanti e può manifestare: collera, richieste di avere vicino l’adulto, di essere rassicurato, timori di aver sbagliato, auto svalutazione e difficoltà scolastiche.
Anche nel bambino l’ansia può diventare acuta e sfociare in un attacco di panico, con sintomi simili a quelli dell’adulto. Nel bambino l’ansia può assumere anche le seguenti forme: ansia da separazione, ansia post traumatica e fobie.
Il bambino con ansia da separazione ha una eccessiva preoccupazione nel separarsi o allontanarsi dalle principali figure di accadimento (in genere i genitori), la sintomatologia oscilla tra manifestazioni anticipatorie di ansia, rabbia e pianto a manifestazione di panico in caso di separazione.
L’ansia post-traumatica si manifesta nel bambino dopo l’esposizione ad un forte stress (evento traumatico), in cui il bambino ha sperimentato un pericolo per la propria vita o per quella dei familiari. Il bambino può manifestare crisi di angoscia (picchi di ansia forte) associate ai ricordi dell’evento traumatico, incubi nei quali rivive la circostanza traumatica.
Sul piano affettivo può manifestare rabbia, disturbi di ansia e altri malesseri di vario tipo.
Le fobie nel bambino si manifestano con paure intese rispetto ad oggetti, situazioni o eventi percepiti come spaventosi.
La prima fobia che può comparire nell’infanzia e la fobia sociale e può essere ad esempio la paura di affrontare un’interrogazione in classe, paura di andare alla lavagna, paura di parlare davanti a persone estranee, etc.
Il bambino può manifestare anche altre fobie specifiche:animali, il buio, la notte, etc. Tutte le forme di ansia che si manifestano nell’infanzia hanno come conseguenza sul piano della crescita personale del bambino, la scarsa relazione con i pari e la tendenza all’isolamento sociale.
DEPRESSIONE NEL BAMBINO
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La depressione nel bambino solitamente si manifesta in seguito ad un evento significativo di perdita o di lutto (separazione dei genitori, morte di un nonno o di un parente), ma talvolta anche in seguito ad avvenimenti apparentemente meno importanti agli occhi di un adulto (trasloco, morte di un animale domestico, trasferimento di un compagno).
Il bambino può manifestare questo stato affettivo con momenti di agitazione (es. si muove in continuazione), interrotti da momenti d'inerzia (es. sta davanti alla televisione con lo sguardo assente), con mancanza d'interesse verso le attività ludiche.
Spesso il bambino manifesta senso di colpa che esprime con frasi: “sono cattivo”, “è colpa mia”; perdita di stima di sé che rivela con frasi del tipo: “non valgo niente”, “non sono buono a nulla”.
Altri problemi che il bambino depresso può presentare sono: difficoltà scolastiche, modificazioni dell’appetito, difficoltà nel sonno e lamentele somatiche.
BALBUZIE
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La balbuzie è un disturbo del linguaggio che determina nel bambino anomalie del normale fluire e della cadenza dell’eloquio.
Il bambino può avere un blocco momentaneo nell’emettere un suono (balbuzie tonica)o ripetere involontariamente una sillaba della parola, spesso la prima (balbuzie clonica). Esse spesso coesistono insieme.
Lo stress, l’ansia e la difficoltà nel regolare tutte le emozioni, aggravano la balbuzie e alimentano il suo persistere.
Nel bambino la balbuzie può compromettere la relazione con i compagni e creare difficoltà in ambito scolastico.
SOMATIZZAZIONI
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Le somatizzazioni (disturbi fisici con scarsa o assente causa medica), sono molto frequenti nell’infanzia perché il corpo è il principale canale con il quale il bambino esprime un disagio.
Sintomi psicosomatici comuni nei bambini sono lamentele relative a mal di pancia, mal di testa, vomito, stanchezza e altro. Queste manifestazioni somatiche hanno sempre un significato che è importante comprendere.
BASSA AUTOSTIMA
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L’autostima in età evolutiva può essere definita come l’autovalutazione che un bambino fa di sé, solitamente implica la descrizione di comportamenti, capacità e preferenze.
È in sostanza l’immagine interna che il bambino ha di se stesso in ogni momento.
L’autostima si forma in base alle prime esperienze di vita (famiglia, scuola, società), ed è influenzata dalle persone significative per il bambino.
Quando il bambino tende ad auto valutarsi in modo negativo nei vari ambiti (es. dice i miei compiti sono i peggiori di tutti, non sono capace a fare niente, non riuscirò a fare quella cosa, ecc.), è importante intervenire per aiutarlo a sviluppare una buona immagine di sé.
TIC
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Un tic è un movimento o una vocalizzazione con le seguenti caratteristiche: improvviso, rapido, ricorrente e involontario.
Nell’infanzia i tic possono essere momentanei, durare per un periodo di massimo 12 mesi (disturbo transitorio da tic) oppure presentarsi all’interno di disturbi più specifici come il disturbo di Tourette e il disturbo cronico da tic.
Nel disturbo di Tourette sono presenti tic motori e/o vocali, accompagnati talvolta da gesti volgari, frasi oscene e ripetizione di frasi pronunciate dall’interlocutore. Inizialmente i tic coinvolgono solo la muscolatura facciale, poi possono coinvolgere tutto il corpo.
Nel disturbo cronico da tic sono presenti tic motori o vocali ma non entrambi, ciò lo distingue dal disturbo di Tourette.
I tic creano sofferenza emotiva al bambino (vergogna, senso di umiliazione, disagio) e limitano le sue relazioni con i compagni.
ENURESI
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L’enuresi è un’involontaria emissione di urine, in assenza di un disturbo fisico, in una fase della vita in cui tale controllo è acquisito dalla maggior parte dei bambini .
L’enuresi può essere primaria quando c’è un prolungamento anomalo della fisiologica incontinenza infantile oppure secondaria quando insorge dopo che il controllo sfinterico è stato acquisito.
L’enuresi può essere solo diurna, solo notturna o mista. L’enuresi primaria notturna è la forma più frequente nel bambino.
L’enuresi crea nel bambino disagio e vergogna nelle interazioni con i compagni, in particolare nelle uscite che comportano il dormire fuori casa e senso di colpa nei confronti dei famigliari.
ENCOPRESI
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L’encopresi è una defecazione volontaria o involontaria in luoghi inadeguati, in una fase della vita in cui tale controllo è acquisito dalla maggioranza dei soggetti.
L’encopresi può essere primaria, senza precedente acquisizione di pulizia, secondaria dopo una fase di pulizia.
La forma più frequente nel bambino è l’encopresi secondaria.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO E DELLA CONDOTTA
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I disturbi della condotta hanno come caratteristica comune la tendenza del bambino ad esternare con gli altri comportamenti disadattivi caratterizzati da:aggressività, impulsività e mancato rispetto delle regole.
I più significativi sono: il disturbo della condotta, il disturbo oppositivo provocatorio e il disturbo esplosivo intermittente.
Il disturbo della condotta si manifesta con comportamenti ripetitivi che violano i diritti degli altri (es. aggressioni verso persone o animali, prepotenze, distruzione di beni materiali, furto) e le norme o le regole della società (es. stare fuori casa fino a tarda notte, fuga, marinare la scuola).
Ci sono due sottotipi del disturbo della condotta: tipo 1 che esordisce nella fanciullezza e tipo 2 che esordisce nell’adolescenza.
La caratteristica del disturbo oppositivo provocatorio è il comportamento ostile, negativo, provocatorio, negativo del bambino nei confronti di figure con autorità.
Altre manifestazioni sono: cambiamenti dell’umore, scarsa tolleranza alle frustrazioni, uso precoce di alcol e sostanze illecite.
I bambini con disturbo oppositivo provocatorio hanno spesso conflitti con gli altri (genitori, insegnanti, compagni).
Il disturbo esplosivo intermittente si manifesta con incapacità di controllare gli impulsivi aggressivi, scatenati da rabbia e provocazioni di lieve entità.
Il bambino aggredisce verbalmente o fisicamente persone, animali, cose, la maggior parte delle volte senza creare danni a cose o lesioni ad altri.
DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE RELATIVE A PROBLEMI EMOTIVI
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Le difficoltà scolastiche, talvolta possono essere conseguenti a disagi esperiti dal bambino.
A scuola i bambini sono sottoposti a prove, confronti, devono rispettare regole sociali, imparare a misurarsi con i loro pari, ma anche con se stessi, con le loro capacità e con i loro limiti. In famiglia può accadere che difficoltà familiari, ma anche eventi di vita come nascite, separazioni, traslochi, lutti e altro disorientino il bambino.
Tutte queste situazioni possono creare nel bambino uno stato di malessere emotivo che si può manifestare con difficoltà scolastiche di vario tipo:bassi profitti, relazioni difficili con i compagni e/o gli insegnanti, rifiuto della scuola, ecc.
DISTURBI DELL’ADDORMENTAMENTO E DEL SONNO
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Le alterazioni del sonno in età evolutiva comprendono:patologie dell’addormentamento, difficoltà di addormentamento e problematiche durante il sonno.
Le patologie del sonno comprendono vari tipi di insonnia del bambino tra le quali la più frequente è l’insonnia comune (presente soprattutto nel primo anno di vita) dovuta in genere a condizioni inopportune (rigidità degli orari dei pasti, eccesso di alimentazione, rumori, etc.).
Meno frequente è l’insonnia severa in cui il bambino non smette di gridare, agitarsi se non per pochi attimi (insonnia severa agitata) o al contrario rimane sveglio in silenzio senza manifestare niente (insonnia severa calma).
Le difficoltà di addormentamento entro certi limiti fanno parte dello sviluppo normale di un bambino, soprattutto tra i 2 e i 5 anni. Le manifestazioni problematiche possono riguardare soprattutto: l’opposizione nell’andare a letto (il bambino grida, si agita, si rialza quando lo si sdraia)e fobia di andare a letto (vuole addormentarsi con i genitori, può essere messo nel suo letto solo dopo essersi addormentato).
Le problematiche del bambino durante il sonno si manifestano soprattutto con terrore notturno (il bambino urla durante il sonno), sogno angoscioso (racconta di aver fatto un brutto sogno oppure si sveglia piangendo)e risveglio ansioso (il bambino si sveglia inquieto).
DISTURBI DELLA SFERA ALIMENTARE
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